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Il ginepro檜樹
2021-05-27 10:52 | 編輯:川外外語培訓(xùn)中心  來自:未知 
導(dǎo)讀:Molto tempo fa, saran duemila anni, cera un ricco che aveva una moglie bella e pia; si volevano molto bene, ma non avevano bambini. Essi li desideravano tanto ma, per quanto la donna pregasse il buon Dio giorno e notte, i figli non venivano
Molto tempo fa, saran duemila anni, c'era un ricco che aveva una moglie bella e pia; si volevano molto bene, ma non avevano bambini. Essi li desideravano tanto ma, per quanto la donna pregasse il buon Dio giorno e notte, i figli non venivano mai. Davanti alla loro casa, in cortile, c'era un pianta di ginepro. Un giorno, d'inverno, la donna sedeva sotto il ginepro intenta a sbucciarsi una mela e, sbucciandola, si tagliò un dito, e il sangue cadde sulla neve. -Ah- disse la donna sospirando e, tutta mesta, guardava quel sangue -avessi un bambino rosso come il sangue e bianco come la neve!- Come ebbe pronunciato queste parole, gioì in cuor suo, come se avesse avuto un presentimento. Andò a casa e passò una luna e la neve scomparve; dopo due lune la terra tornò a diventare verde; dopo tre lune spuntarono i fiori; dopo quattro lune gli alberi del bosco si colmarono di linfa e i rami verdi si intricarono fitti: gli uccellini cinguettavano da far risuonare tutto il bosco e i fiori cadevano dagli alberi; passata la quinta luna, la donna se ne stava sotto il ginepro e l'odore della pianta era così dolce che il cuore le scoppiava di gioia, ed ella cadde in ginocchio per la grande felicità; dopo la sesta luna i frutti ingrossarono, ed ella si chetò; alla settima luna colse alcune bacche del ginepro e le mangiò avidamente e si fece triste e si ammalò; passò l'ottava luna, ed ella chiamò suo marito e disse piangendo: -Se dovessi morire, seppelliscimi sotto il ginepro-. Poi si consolò e tornò a rallegrarsi, fino a quando, trascorsa la nona luna, le nacque un bambino, bianco come la neve e rosso come il sangue, e quando ella lo vide, la sua gioia fu così grande che morì. Allora il marito la seppellì sotto il ginepro e pianse amaramente; dopo qualche tempo incominciò a calmarsi, pianse ancora un po', poi di smise di disperarsi e, dopo un'altro po', riprese moglie. Dalla seconda moglie ebbe una figlia, mentre dalla prima aveva avuto un maschietto, rosso come il sangue e bianco come la neve. Quando la donna guardava la figlia, le voleva tanto bene; ma quando guardava il bambino, si sentiva trafiggere il cuore e le sembrava che egli la ostacolasse in ogni cosa. Pensava sempre a come fare avere a sua figlia tutta l'eredità; ispirata dal maligno si mise a odiare il ragazzo, e lo cacciava da un angolo all'altro, e lo picchiava, sicché‚ il povero bambino aveva sempre tanta paura; quando usciva di scuola non aveva più pace. Una volta la donna era salita in camera; poco dopo vi giunse anche la figlioletta e disse: -Mamma, dammi una mela-. -Sì, bimba mia- disse la donna e tirò fuori dal cassone una bella mela. Il cassone aveva un gran coperchio, pesante, con una serratura di ferro grossa e tagliente. -Mamma- disse la bimba -anche mio fratello potrà averne una?- La donna si indispettì, ma disse: -Sì, quando torna da scuola-. E, quando lo vide arrivare dalla finestra, come se fosse posseduta dal maligno, strappò la mela a sua figlia e disse: -Non devi averla prima di tuo fratello-. Poi gettò la mela nel cassone e lo richiuse. Quando il bimbo entrò, invasata dal diavolo, gli disse simulando dolcezza: -Figlio mio, vuoi anche tu una mela?- e lo guardò con il volto sconvolto. -Mamma- disse il bambino -hai una faccia che fa spavento! Sì, dammi una mela!- Le parve di dovergli fare animo. -Vieni con me- disse, e sollevò il coperchio -prenditi una mela.- E quando il bimbo si chinò, il diavolo la consigliò e, paff!, ella chiuse il coperchio sbattendolo, sicché‚ la testa schizzò via e andò a cadere fra le mele rosse. Allora ella fu presa dalla paura e pensò: "Potessi allontanarlo da me!." Andò di sopra nella sua camera e prese dal primo cassetto del suo comò un fazzoletto bianco, appoggiò nuovamente la testa sul collo e lo fasciò con il fazzoletto, in modo che non si vedesse niente; mise a sedere il bambino davanti alla porta con la mela in mano. Poco dopo Marilena andò in cucina da sua madre che se ne stava davanti al focolare a rimestare una pentola d'acqua calda. -Mamma- disse Marilena -mio fratello è seduto davanti alla porta ed è tutto bianco e ha in mano una mela; gli ho chiesto se me la dava, ma non mi ha dato risposta; allora mi sono spaventata.- -Vacci ancora- disse la madre -e se non ti risponde di nuovo, dagli una sberla!- Allora Marilena andò e gli disse: -Fratello, dammi la mela!- ma questi continuava a tacere ed ella gli diede uno scapaccione, e la testa ruzzolò per terra. Atterrita, si mise a piangere e a singhiozzare, e corse dalla mamma a dirle: -Ah, mamma! ho staccato la testa a mio fratello!-. E piangeva e piangeva e non voleva darsi pace. -Marilena- disse la madre -cos'hai fatto! Ma chetati che nessuno se ne accorga, tanto non si può farci niente: lo cucineremo in salsa agra.- La madre prese il bambino e lo fece a pezzi, lo mise in pentola e lo fece cuocere nell'aceto. Ma intanto Marilena se ne stava lì vicino e piangeva e piangeva e le lacrime finivano tutte nella pentola e non c'era bisogno di sale. Quando il padre tornò a casa, si sedette a tavola e disse: -Dov'è mio figlio?-. In quel mentre la madre portò un piatto grande grande, pieno di carne in salsa agra, e Marilena piangeva da non poterne più. Allora il padre ripeté‚: -Dov'è mio figlio?-. -Ah- disse la madre -se n'è andato in campagna, dal prozio; vuol fermarsi un po' là.- -Che ci va a fare? E senza neanche salutarmi!- -Be' aveva voglia di andarci e mi ha chiesto se poteva fermarsi sei settimane. Starà bene là.- -Ah- disse l'uomo -mi dispiace proprio! Non è giusto, avrebbe dovuto dirmi almeno addio!- Detto questo, incominciò a mangiare e disse: -Marilena, perché‚ piangi? Tuo fratello ritornerà-. -Ah, moglie- aggiunse poi -che roba buona è mai questa, dammene ancora!- E più ne mangiava, più ne voleva e diceva: -Datemene ancora, e voi non mangiatene: è come se fosse roba mia-. E mangiava e mangiava buttando tutte le ossa sotto la tavola, finché‚ ebbe finito. Marilena intanto andò a prendere il suo più bel fazzoletto di seta dall'ultimo cassetto del suo comò, raccolse tutte le ossa e gli ossicini che erano sotto la tavola, li depose nel fazzoletto di seta e li portò fuori, piangendo calde lacrime. Li mise nell'erba verde sotto il ginepro, e come l'ebbe fatto si sentì meglio e non pianse più. Allora il ginepro incominciò a muoversi, i rami si scostavano e poi si riunivano di nuovo, come quando uno è contento e fa così con le mani. Poi dalla pianta uscì una nube e sembrava che nella nube ardesse un fuoco, e dal fuoco volò fuori un bell'uccello che cantava meravigliosamente e si alzò a volo nell'aria; e quando se ne fu andato, il ginepro tornò come prima e il fazzoletto con le ossa era scomparso. E Marilena era felice e contenta, proprio come se il fratello fosse ancora vivo. Se ne tornò a casa tutta allegra, si mise a tavola e mangiò. L'uccello intanto era volato via, si era posato sulla casa di un orefice e si era messo a cantare:-La mia mamma mi ha ammazzato e mio padre mi ha mangiato. Marilena, la mia sorella, l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato, e sotto il ginepro ha tutto celato. Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato!-L'orefice era nella sua bottega e stava lavorando una catena d'oro quando udì l'uccello cantare sul suo tetto, e trovò quel canto bellissimo. Si alzò per uscire e perse una pantofola, ma volle andare lo stesso in mezzo alla strada, anche se aveva una pantofola e una calza. Aveva indosso il suo grembiule di cuoio e in una mano teneva la catena d'oro, nell'altra le tenaglie; e il sole splendeva illuminando tutta la strada. Si fermò a guardare l'uccello. -Uccello- disse -come canti bene! Cantami ancora una volta la tua canzone.- -No- rispose l'uccello -non canto due volte senza una ricompensa: se mi dai la catena d'oro te la canterò di nuovo.- -Eccotela- disse l'orefice -e ora canta ancora!- Allora l'uccello discese a prendere la catena d'oro, la prese con la zampa destra, si posò davanti all'orefice e cantò:-La mia mamma mi ha ammazzato e mio padre mi ha mangiato. Marilena, la mia sorella, l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato, e sotto il ginepro ha tutto celato. Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato!-Poi l'uccello volò alla casa di un calzolaio, si posò sul tetto e cantò:-La mia mamma mi ha ammazzato e mio padre mi ha mangiato. Marilena, la mia sorella, l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato, e sotto il ginepro ha tutto celato. Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato!-Il calzolaio l'udì e corse davanti alla porta in maniche di camicia. Guardò sul tetto e dovette ripararsi gli occhi con la mano perché‚ il sole non lo abbagliasse. -Uccello- disse -come canti bene!- E chiamò dalla porta: -Moglie, vieni giù, c'è un uccello che canta così bene!-. Poi chiamò sua figlia, i figli e i garzoni, il servo e la serva e tutti andarono in strada a vedere l'uccello. Com'era bello! Le sue piume erano rosse e verdi, e attorno al collo sembrava tutto d'oro, e gli occhi gli brillavano come fossero stelle. -Uccello- disse il calzolaio -cantami ancora una volta la tua canzone.- -No- rispose l'uccello -non canto due volte senza una ricompensa: devi regalarmi qualcosa.- -Moglie- disse l'uomo -vai in solaio; sull'asse più alta c'è un paio di scarpe rosse: portale qui.- La donna andò a prendere le scarpe. -Ecco qua, uccello- disse l'uomo -ora cantami di nuovo la tua canzone.- L'uccello scese a prendere le scarpe con la zampa sinistra, poi volò sul tetto e cantò:-La mia mamma mi ha ammazzato e mio padre mi ha mangiato. Marilena, la mia sorella, l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato, e sotto il ginepro ha tutto celato. Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato!-Quando ebbe finito di cantare, volò tenendo la catena nella zampa destra e le scarpe nella sinistra. Volò lontano fino a un mulino, il mulino girava: clipp clapp, clipp clapp, clipp clapp. E nel mulino c'erano venti garzoni che battevano una macina con il martello: tic tac, tic tac, tic tac. E il mulino girava: clipp clapp, clipp clapp, clipp clapp. Allora l'uccello volò su di un tiglio davanti al mulino e cantò:-La mia mamma mi ha ammazzato-e uno smise di lavorare-e mio padre mi ha mangiato. - Altri due smisero di lavorare e ascoltarono - Marilena, la mia sorella,-altri quattro smisero di lavorare - l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato,-solo otto battevano ancora-e sotto il ginepro-ancora cinque - ha tutto celato. - ancora uno - Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato!-Allora anche l'ultimo smise di lavorare e pot‚ ancora sentire la fine. -Uccello- disse quest'ultimo -come canti bene! Lascia che senta pure io, canta di nuovo.- -No- rispose l'uccello -non canto due volte senza una ricompensa: se mi dai la macina canterò di nuovo.- -Sì- disse l'uomo -se solo fosse mia te la darei.- -Sì- dissero gli altri -se canta di nuovo l'avrà.- Allora l'uccello scese e i mugnai, tutti e venti, con l'aiuto di una leva sollevarono la macina: Oh! oh, op! Oh, oh, op! Oh, oh, op! L'uccello vi introdusse il capo e la mise come un collare; poi tornò sull'albero e cantò:-La mia mamma mi ha ammazzato e mio padre mi ha mangiato. Marilena, la mia sorella, l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato, e sotto il ginepro ha tutto celato. Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato!-Quand'ebbe finito di cantare, distese le ali e aveva nella zampa destra la catena, nella sinistra le scarpe e la macina intorno al collo; e volò via verso la casa di suo padre. Nella stanza il padre, la madre e Marilena erano a tavola, e il padre disse: -Ah, che gioia, mi sento felice!-. -No- disse la madre -io ho paura, come quando sta per arrivare un gran temporale.- Marilena invece se ne stava seduta e piangeva, piangeva. In quel mentre arrivò l'uccello e, quando si posò sul tetto, -Ah- esclamò il padre -sono tanto felice, e come splende il sole là fuori! è come se dovessi rivedere un vecchio amico!-. -No- disse la donna -io ho tanta paura: mi battono i denti ed è come se avessi del fuoco nelle vene!- E si strappò il corpetto e tutto il resto. E Marilena se ne stava seduta in un angolo a piangere, tenendo il grembiule davanti agli occhi, e lo bagnava di lacrime. Allora l'uccello si posò sul ginepro e cantò:-La mia mamma mi ha ammazzato-La donna si tappò le orecchie e chiuse gli occhi per non vedere e non sentire, ma le orecchie le rintronavano come se vi rumoreggiasse la tempesta e gli occhi le bruciavano come folgorati da lampi. -e mio padre mi ha mangiato.--Ah, mamma!- esclamò l'uomo -c'è fuori un bell'uccello che canta tanto bene! e il sole è così caldo! e par di sentire odor di cinnamomo.--Marilena, la mia sorella,-Allora Marilena mise la testa sulle ginocchia e si mise a piangere a dirotto, ma l'uomo disse: -Vado fuori, devo vedere l'uccello da vicino-. -Ah, non andare!- disse la donna -a me pare che tremi tutta la casa e che sia in fiamme.- Ma l'uomo uscì a guardare l'uccello. -l'ossa ha legato con la cordicella; una corda di seta ha usato, e sotto il ginepro ha tutto celato. Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato.-Terminato il canto, l'uccello lasciò andare la catena d'oro proprio intorno al collo dell'uomo, e gli stava a pennello. Allora l'uomo rientrò e disse: -Vedessi che bell'uccello! mi ha regalato una catena d'oro ed è così bello!-. Ma la donna aveva una gran paura e cadde a terra lunga distesa e la cuffia le cadde dalla testa. E l'uccello cantò di nuovo:-La mia mamma mi ha ammazzato--Ah, potessi sprofondare sotto terra, da non doverlo sentire.--e mio padre mi ha mangiato-La donna stramazzò a terra, come morta-Marilena, la mia sorella,--Ah- disse Marilena -voglio uscire anch'io; chissà se l'uccello regala qualcosa anche a me!- E uscì-l'ossa ha legato con la cordicella, una corda di seta ha usato,-E l'uccello le gettò le scarpe. -e sotto il ginepro ha tutto celato Cip! Cip! Che bell'uccello ha qui cantato.-Allora Marilena si sentì felice e piena di gioia. Infilò le scarpette rosse, si mise a danzare e corse in casa. -Ah- disse -ero così triste quando sono uscita, e adesso sono così allegra! Che uccello magnifico! mi ha regalato un paio di scarpette rosse.- -No.- disse la donna, saltò in piedi e i capelli le si rizzarono sulla testa come fiamme -mi sembra che il mondo stia per crollare; uscirò anch'io: forse starò meglio.- Ma come oltrepassò la soglia, paff!, l'uccello le buttò la macina sulla testa, ed essa stramazzò a terra morta. Il padre e Marilena sentirono e corsero fuori: fumo e alte fiamme si sprigionarono dal suolo e, quando tutto cessò, ecco il fratellino che prese per mano il padre e Marilena. Tutti e tre felici entrarono in casa e si misero a tavola a mangiare.
大概是在二千年以前吧,有一個富人對自己的妻子非常愛護(hù),夫妻倆相親相愛,生活非常幸福,遺憾的是他們一直沒有小孩。 他們的房屋前有一座花園,里面有一棵高大的檜樹。 一年冬天,外面下起了大雪,大地披上了白色的銀裝,妻子站在檜樹下,一邊欣賞著雪景,一邊削著蘋果,一不留神,小刀切到了手指頭,滴滴鮮血流出來灑在了雪地上。 看著白雪襯托著的鮮紅血點,她深深地嘆了一口氣說道:"唉--!要是我有一個孩子,他的皮膚像雪一般的白嫩,又透著血一樣的紅潤,我該是多么的幸福!"說著想著,她的心情變得興奮起來,仿佛自己的愿望真的就要成為現(xiàn)實一樣。
冬天過去了,春風(fēng)吹來,卸去了披在大地身上的銀裝,又給她換上了綠色的外套,朵朵鮮花點綴著翠綠的田野;當(dāng)樹木吐露出春芽時,嫩枝又開始被拂去枝頭的殘花,小鳥在樹叢間歡快地飛來跳去,唱著贊美春天的歌聲。 面對這生機盎然的大自然,富人的妻子滿懷希望,心中充滿了喜悅。 初夏來臨,溫暖的陽光又催開了檜樹的花蕾,和暖的夏風(fēng)夾帶著絲絲甜意的花香飄進(jìn)了她的房中。 花香使她心情激蕩,心跳不已。 她來到檜樹下,欣喜地跪在地上,虔誠地默默祈禱著。 秋天快到了,當(dāng)樹枝上掛滿累累果實的時候,她從檜樹上采下色澤深紅的干果。 不知為什么,她此時的心情顯得非常悲哀而傷心。 她叫來丈夫?qū)λf:"如果我死了,就把我埋在這檜樹下吧。"不久,她生下了一個非常漂亮的兒子,孩子長得正如她所希望的一樣,真是白里透紅、紅中透粉。 看見自己可愛的孩子,她心里充滿了快樂,再也支持不住生產(chǎn)的痛苦,慢慢地垂下腦袋,離開了自己的丈夫和剛生下的孩子。
丈夫按照她的愿望把她埋在了檜樹下,痛哭著哀悼她的去世。 過了一段時間,他心情平靜了一些,眼淚也少多了。 又過了一段時間,他的眼淚完全沒有了,再過了一段時間,他娶了另外一個妻子。
時光流逝,第二個妻子生了一個女兒,她非常呵護(hù)這個女兒,但前妻生下的兒子長得越來越惹人喜愛,像雪一樣的白嫩 ,透著血一般的紅潤。 她看見這個孩子就充滿了仇恨,認(rèn)為有了他,她和自己的女兒就得不到丈夫的全部財富了。 所以,她對這個可憐的孩子百般苛待,經(jīng)常虐待他,把他從屋子里的一個角落推搡到另一個角落,一會兒給他一拳頭,過一會兒又?jǐn)Q他一下,他身上盡是青紅紫綠的瘀傷。 他從學(xué)校放學(xué)回來,往往一進(jìn)屋就沒有安寧的地方可待,這使他看見繼母就害怕。
有一次,小女孩的母親要到貯藏室去,她趕上媽媽說道:"媽媽,我可以吃一個蘋果嗎?"媽媽回答說:"好的!我的小乖乖。"說完,她從箱子里拿出一個鮮艷的紅蘋果給了她。 這個箱子的蓋子非常沉重,上面有一把鋒利的大鐵卡子。 小女孩接過蘋果說道:"媽媽,再給我一個,我要拿給小哥哥去吃。"她媽媽聽了心里很不高興,但嘴里卻說道:"好吧,我的寶貝!等他放學(xué)回來后,我同樣會給他一個的。"說著這話,她從窗子里看見小男孩正好回來了,馬上從女兒手中奪回蘋果,扔進(jìn)箱子,關(guān)上蓋子對女兒說:"等哥哥回來以后,再一起吃吧。"
小男孩走進(jìn)家門,這個陰險的女人用溫柔的聲音說道:"進(jìn)來吧,我的乖孩子,我給你一個蘋果吃。"小男孩聽到這話,說道:"媽媽,你今天真親切!我的確很想吃蘋果。""好的,跟我進(jìn)來吧!"說罷,她把他帶進(jìn)貯藏室,揭開箱子蓋說:"你自己拿一個吧。"當(dāng)小男孩俯身低頭,伸手準(zhǔn)備從箱子里拿蘋果時,她狠毒地拉下了箱蓋,"砰!"的一聲,沉重的箱蓋猛地砍下了這可憐小男孩的頭,頭掉落在了箱子里的蘋果中。 當(dāng)她意識到自己所做的事以后,感到非?謶,心里算計著怎樣才能讓自己與這事脫離干系。 她走進(jìn)自己的臥室,從抽屜里拿出一條手巾,來到貯藏室,將小男孩的頭接在他的脖子上,用手巾纏住,又將他抱到門前的一個凳子上坐著,在他手里塞了一個蘋果。 一切料理完畢,沒有一個人看見她所干的勾當(dāng)。
不久,小女孩瑪杰麗走進(jìn)廚房,看見媽媽站在火爐旁,攪動著一鍋熱水,她說道:"媽媽 ,哥哥坐在門邊,手里拿著一個蘋果,我要他給我,但他一句話也不說,臉色好蒼白,我好怕喲。 "媽媽回答道:"混帳! 你再去,如果他不回答你的話,就狠狠地給他一耳光。 "瑪杰麗轉(zhuǎn)身來到門口對哥哥說:"哥哥,把蘋果給我。 "但哥哥不說一句話,她伸手一耳光打去,哥哥的頭一下子就打被落下來。這一下,她連魂都嚇跑了,尖叫著跑到她媽媽面前,說自己把哥哥的頭打掉了,說著就傷心欲絕地大哭起來。媽媽說道:"瑪杰麗! 你做了什么事呀? 唉! 已經(jīng)做了的事是無法挽回的了,我們最好把他處理掉,不要向任何人提起這事。 "母親抓起小男孩,把他剁碎,放到鍋子里,做了一鍋湯?墒乾斀茺愔皇钦驹谀抢锟,眼淚一滴滴地掉進(jìn)鍋里,所以鍋里根本就不用放鹽了。
當(dāng)父親回家吃飯的時候,他問道:"我的小兒子呢?"母親沒有吭聲,她端了一大碗黑湯放在桌子上,瑪杰麗一直傷心地低著頭在痛哭。 父親又一次問到他的小兒子到哪里去了,母親說道:"啊!我想他去他叔叔家了。"父親問道:"有什么事走得這么匆忙,連向我告別都來不及就走了呢?"母親又回答說:"我知道他很想去,他還求我讓他在那里住一段時間哩,他在那里一定會過得很好。"父親說道:"唉!我可不喜歡他這樣做,他應(yīng)該向我告別再走才對。"他繼續(xù)吃了起來,但心里卻仍然對他的兒子放心不下,總覺得有些傷心,就對小女兒說:"瑪杰麗,你哭什么呢?我想你哥哥會回來的。"但瑪杰麗很快溜出餐廳,來到自己的房間,打開抽屜,拿出她最好的絲制手絹,把她小哥哥的殘骸包起來,提到屋外,放在了檜樹下面。 她自始至終都在傷心地流著眼淚,到這時才覺得心里稍微輕松一點,便停止了哭泣。
等她擦干眼淚再看時,她發(fā)現(xiàn)檜樹竟開始自動地前后擺動起來,一根根樹枝伸展開來,然后又相互合在一起,就像是一個人在高興地拍著手一樣。 接著,樹中顯現(xiàn)出了薄薄的云霧,云霧的中間有一團(tuán)燃燒著的火焰,一只漂亮的小鳥從火焰中騰起,飛向了天空。 小鳥飛走后,手巾和小男孩不見了,樹也恢復(fù)了原樣。 瑪杰麗這時的內(nèi)心才真正地快樂起來,仿佛她哥哥又活了一樣,她高興地走進(jìn)屋子吃飯去了。
那只小鳥飛走之后,落在了一個金匠的房頂,開始唱道:
"我的母親殺了她的小兒郎,
我的父親把我吞進(jìn)了肚腸,
美麗的瑪杰麗小姑娘,
同情我慘遭魔掌,
把我安放在檜樹身旁。
現(xiàn)在我快樂地到處飛翔,
飛過群山峽谷、飛過海洋,
我是一只小鳥,我多么漂亮! "
金匠坐在自己的店鋪里正好做完一根金鏈條,當(dāng)他聽到屋頂上鳥兒的歌聲時,站起來就往外跑,匆忙之中,滑落了一只鞋也顧不上去穿。 金匠沖到街上,腰間還系著工作圍裙,一只手拿著鐵鉗,一只手拿著金鏈條。 他抬頭一看,發(fā)現(xiàn)一只小鳥正棲息在屋頂上,太陽在小鳥光潔的羽毛上閃閃發(fā)亮。 他說道:"我漂亮的小鳥,你唱得多么甜美啊!請你再把這首歌唱一遍。"小鳥說道:"不行,沒有報酬我不會再唱第二遍,如果你把金鏈條給我,我就再唱給你聽。"金匠想了一下,舉起金鏈條說:"在這兒,你只要再唱一遍,就拿去吧。"小鳥飛下來,用右爪抓住金鏈條,停在金匠近前唱道:
"我的母親殺了她的小兒郎,
我的父親以為我去向遠(yuǎn)方,
美麗的瑪杰麗小姑娘,
同情我慘遭魔掌,
把我安放在檜樹身旁。
現(xiàn)在我快樂地到處飛翔,
飛過群山峽谷、飛過海洋,
我是一只小鳥,我多么漂亮! "
唱完之后,小鳥飛落在一個鞋匠的屋頂上面,和前面一樣唱了起來。
鞋匠聽到歌聲,連外衣都沒穿就跑出屋門,抬頭朝房頂望去,但刺眼的陽光照著他,使他不得不抬起手擋在眼睛前。 看出是只小鳥后,他說道:"小鳥,你唱得多么悅耳。"又對房子里喊道:"夫人!夫人!快出來,快來看我們的屋頂上落了一只漂亮的小鳥,它在唱歌呢!"然后,又叫來他的孩子們和伙計們。 他們都跑了出來,站在外面驚訝地看著這只小鳥,看著它紅綠相襯的漂亮羽毛,看著它脖子上閃耀著金色光彩的羽環(huán),看著它象星星一樣亮晶晶的眼睛。 鞋匠說道:"喂,小鳥,請你再把那首歌唱一遍吧。"小鳥回答說:"不行,沒有報酬我不會再唱第二遍。如果要我唱,你得給我一點東西。"鞋匠對他的妻子說道:"夫人,你快到樓上的作坊去找一雙最好的,紅色的新鞋子拿來給我。"妻子跑去把鞋子拿來了,鞋匠拿著鞋子說:"我漂亮的小鳥,拿去吧,但請你把那首歌再唱一遍。"小鳥飛下來用左爪抓住鞋子后,又飛上屋頂唱道:
"我的母親殺了她的小兒郎,
我的父親以為我去向遠(yuǎn)方,
美麗的瑪杰麗小姑娘,
同情我慘遭魔掌,
把我安放在檜樹身旁。
現(xiàn)在我快樂地到處飛翔,
飛過群山峽谷、飛過海洋,
我是一只小鳥,我多么漂亮! "
它唱完之后,一只爪子抓著鞋子,另一只爪子抓著金鏈條飛走了。 它飛了很遠(yuǎn)很遠(yuǎn)才來到一座磨坊,磨子正在"轟隆隆!轟咚咚!轟隆!轟咚咚!"地轉(zhuǎn)動著。 磨坊里有二十個伙計正在劈著一塊磨石,伙計們用力地"咔嚓!噼啪!咔嚓!噼啪!"地劈著,磨子的轟隆隆、轟咚咚與伙計們劈磨石的咔嚓、噼啪聲交織在一起,難聽極了。
小鳥棲息在磨坊邊的一棵椴樹上,開始唱道:
"我的母親殺了她的小兒郎,
我的父親以為我去向遠(yuǎn)方,"
兩個磨坊伙計停下手中的活聽了起來。
"美麗的瑪杰麗小姑娘,
同情我慘遭魔掌,
把我安放在檜樹身旁。 "
除了一個伙計之外,其他伙計都停止了手中的活,向樹上望去。
"現(xiàn)在我快樂地到處飛翔,
飛過群山峽谷、飛過海洋,
我是一只小鳥,我多么漂亮! "
歌一唱完,最后一名伙計也聽到了,他站起來說道:"。⌒▲B,你唱得多動聽呀,請你再唱一次,讓我把整首歌聽一遍!"小鳥說:"不行,沒有報酬我不會唱第二遍,把那塊磨石給我,我就再唱一遍。"那人回答說:"哎呀!那塊磨石不是我的,如果是我的,你拿去我求之不得哩。"其余的伙計都說:"來吧,只要你把那歌再唱一遍,我們都同意給你。"小鳥從樹上飛下來,二十個伙計拿著一根長杠子,用盡力氣"嗨喲!嗨喲!嗨喲!"終于將磨石的一邊抬了起來,小鳥把頭穿進(jìn)磨石中間的孔內(nèi),在眾伙計目瞪口呆的注視下,背著二十個人都沒能抬起的磨石,飛上了椴樹,他們驚奇得不得了,而小鳥就像沒事一般,把那首歌又唱了一遍。
小鳥唱完歌,張開翅膀,一只爪抓著鏈子,另一只爪子抓著鞋子,脖子上套著磨石,飛回到他父親的房子上。
現(xiàn)在,他的父親、母親和瑪杰麗正坐在一起準(zhǔn)備吃飯。 父親說:"我感覺現(xiàn)在是多么的輕松,多么的愉快。"但他的母親卻說:"唉!我心情好沉重,真是糟透了。我覺得就像有暴風(fēng)雨要來似的。"瑪杰麗沒有說話,她坐下便哭了起來。 正在這個時候,小鳥飛來落在了房屋的頂上。 父親說道:"上帝保佑!我真快樂,總覺得又要看到一個老朋友一樣。"母親說道:"哎喲!我好痛苦,我的牙齒在不停地打戰(zhàn),渾身的血管里的血就像在燃燒一樣!"說著,她撕開了身上的長外套想讓自己鎮(zhèn)靜下來。 瑪杰麗獨自坐在一個角落里,她前面的裙擺上放著一只盒子,她哭得非常厲害,眼淚唰唰地淌個不停,把盒子都流滿了。
小鳥接著飛到檜樹頂上開始唱道:
"我的母親殺了她的小兒郎,--"
母親馬上用手捂住耳朵,把眼睛閉得緊緊的,她認(rèn)為這樣一來既不會看見,也不會聽到了。 但歌聲就像可怕的暴風(fēng)雨一樣灌進(jìn)了她的耳朵,她的眼睛像閃電一樣在燃燒,在閃光。 父親吃驚地叫道:"哎呀!夫人。"
"我的父親以為我去向遠(yuǎn)方,--"
"那是一只多么漂亮的小鳥啊,他唱得多么美妙動聽。
看那羽毛在陽光下就像許多閃爍的寶石一樣。 "
"美麗的瑪杰麗小姑娘,
同情我慘遭魔掌,
把我放在檜樹身旁。 --"
瑪杰麗抬起頭,悲傷地哭泣著。 父親說:"我要出去,要走近前去看看這只小鳥。"母親說:"!別留下我一個人在這里,我感覺這房子就像在燃燒一樣。"但父親還是走出去看那只鳥去了,小鳥繼續(xù)唱道:
"現(xiàn)在我快樂地到處飛翔,
飛過群山峽谷、飛過海洋,
我是一只小鳥,我多么漂亮! "
小鳥剛一唱完,他就把金鏈條扔下去,套在了父親的脖子上。 父親戴著非常適合,他走回房子里說道:"你們看,小鳥給了我一條多么漂亮的金項鏈,看起來多氣派呀!"但他妻子非常害怕,嚇得癱在了地板上,帽子也掉了下來,就像死了一樣。
這時,小鳥又開始唱了起來,瑪杰麗說:"我也要出去,看看小鳥是否會給我東西。"她剛一出門,小鳥就把紅鞋子扔到她的面前。 她把鞋撿起來穿上,覺得自己一下子輕松快樂起來了。 跳著跑進(jìn)屋子里說道:"我出去時心情壓抑,悲痛,現(xiàn)在我真快樂!你們看小鳥給我的鞋子多么漂亮呀!"母親說道:"哎呀!像是世界的末日來到了一樣!我也得出去試一試,說不定我會覺得好一些的。"她剛一出去,小鳥把磨石扔到了她的頭上,將她砸得粉碎。
父親和瑪杰麗聽到聲音,急忙跑了出來,母親和小鳥都不見了,他們只看見煙霧和火焰在那里升騰燃燒。 當(dāng)煙火散盡消失后,小男孩站在了他們身邊,他伸手牽著父親和瑪杰麗的手,走進(jìn)屋子里,快快樂樂地和他們一起吃起飯來。

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